IL SISTEMA TIROCINI IN ITALIA
In Italia possiamo distinguere 2 tipologie di stage. Quelli detti curriculari, cioè integrati in un percorso accademico e generalmente non retribuiti, ma anche quelli detti extracurriculari, in questo caso destinati a laureati o giovani professionisti e generalmente retribuiti.

Tirocini curriculari
I tirocini curriculari fanno parte di un percorso formativo o universitario e possono essere obbligatori o facoltativi a seconda del corso.
L'obiettivo è mettere in pratica le conoscenze accademiche in un contesto professionale.
Non sono necessariamente retribuiti perché considerati una componente educativa. Tuttavia, alcune aziende offrono compensi o benefici (pasti, trasporto, ecc.), ma ciò accade raramente. Questo è il maggior svantaggio di questa tipologia di stage che diventa poi un vero e proprio vincolo economico per gli studenti.
C'è una supervisione da parte dello stabilimento. Infatti tra lo studente, il soggetto ospitante e l'istituto si stipula un accordo, si tratta quindi di un accordo tripartito come quello presente nel sistema francese. È obbligatorio e specifica gli obiettivi formativi, la durata, i programmi e le rispettive esigenze dell'azienda, del tirocinante e dell'istituto scolastico.
Non esiste una durata minima, dipende dalle esigenze della struttura. Questo può variare da poche settimane a diversi mesi. Per gli studenti universitari il tirocinio non può superare i 12 mesi e deve essere svolto in un corso o entro 6 mesi dal conseguimento del titolo.
Per quanto riguarda la protezione sociale e i diritti del tirocinante, la copertura contro gli infortuni sul lavoro è fornita dall'istituto scolastico, ma i contributi sociali sono limitati perché si tratta di un'attività di carattere educativo.
Il tirocinante ha un tutor aziendale che svolge un ruolo manageriale per supervisionare le attività del tirocinante all'interno dell'azienda. C'è anche un referente educativo, spesso docente dell'istituto.
Le Regioni svolgono un ruolo chiave nella regolamentazione dei tirocini. Possono definire l'importo minimo del compenso, le condizioni specifiche per lo svolgimento del tirocinio e i regimi di aiuto alle aziende per accogliere i tirocinanti.
Tirocini extracurricu-lari
I tirocini extracurriculari sono tirocini svolti al di fuori di un percorso formativo. Spesso riguardano giovani laureati o persone in fase di riqualificazione professionale. L’obiettivo principale è promuovere la loro integrazione nel mercato del lavoro.
Per quanto riguarda la retribuzione, sono le Regioni a fissare un compenso minimo obbligatorio. Ad esempio, la Lombardia stabilisce un compenso minimo corrisposto al tirocinante di 500€/mese, per la Toscana è invece di 600€/mese. Inoltre, questa remunerazione può variare leggermente a seconda del settore e dell’azienda. È infatti la Legge Fornero del 2012 a stabilire l'attuazione di specifiche disposizioni regionali. La retribuzione minima prevista dalla legge per uno stage post-formativo è di 300 euro. Il minimo più alto assegnato a questi tirocinanti è nel Lazio con 800 euro al mese. Il ruolo delle Regioni è quindi ancora più marcato che per i tirocini curriculari.
La durata di uno stage extracurriculare va da 1 a 6 mesi, rinnovi compresi, e prevede un periodo di prova. Le proroghe sono possibili ma restano strettamente regolamentate.
Per quanto riguarda la protezione e i diritti sociali, le aziende devono assicurare i tirocinanti contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali. Non ci sono contributi pensionistici a meno che la retribuzione non superi una certa soglia, cosa molto rara.
Come per i tirocini curriculari, è presente un tutor aziendale che ha il compito di supervisionare l'attività del tirocinante all'interno dell'azienda. Non esiste però alcun riferimento educativo. Esiste inoltre un accordo tripartito obbligatorio che specifica gli obiettivi formativi, la durata, gli orari e i rispettivi obblighi dell'azienda, del tirocinante e dell'istituto scolastico.
Il vantaggio di questo tipo di tirocinio è il quadro giuridico che aiuta a limitare gli abusi, in particolare imponendo una retribuzione. Costituisce anche un trampolino di lancio nel mercato del lavoro per i giovani laureati. Tuttavia, il tasso di conversione dai tirocini ai contratti a tempo indeterminato rimane relativamente basso, circa il 30% a seconda del settore, e le disparità regionali in termini di normative e retribuzioni possono creare disuguaglianze.
Secondo il rapporto annuale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, nel 2020 sono stati svolti 235.000 tirocini extracurriculari. Tra queste, più di 7.000 persone hanno più di 55 anni, una cifra doppia rispetto al 2012. Inoltre, 2 terzi di questi tirocinanti senior sono uomini e spesso si trovano in situazioni estremamente difficili per ottenere un compenso mensile. anche se non si tratta di un vero e proprio stipendio ma semplicemente di un'indennità di tirocinio.
Con la Pandemia le aziende hanno ridotto del 34% il numero degli stagisti extracurriculari.